“Uno
stato con le “palle” che faccia a meno dei “sindacati”. Lo tsunami di Beppe
Grillo che ha toccato tutte le piazze d’Italia da Nord a Sud si è abbattuto su
tutto e tutti. Ed è stato un diluvio di parole soprattutto contro i sindacati,
“vecchi quanto i partiti” e quindi da “eliminare”.
“Voglio
uno Stato con le palle – ha detto Grillo – eliminiamo i sindacati che
sono una struttura vecchia come i partiti. Le aziende devono essere di chi lavora”.
”Io
voglio decidere attraverso un referendum per dire sì o no al Mali, è questa la
via. Perché poi arrivano le ritorsioni e ci mettono a rischio di attentati”.
”Stiamo di nuovo entrando per missioni di pace in guerra – ha aggiunto il
candidato premier dei Cinque Stelle – Siamo un impianto logistico per i
francesi che bombardano il Mali. Noi abbiamo l’articolo 11 della Costituzione
che ci impedisce di fare questa cosa”.
Ilva e “vaffa” ai cinesi. Gli attacchi di Grillo, però, spaziano dall’Ilva alla
Cina. Il bersaglio dei suoi comizi è stato Paolo Riva, uno cui l’Ilva “è stata
regalata” e che ha approfittato del boom dell’acciaio per intascare 16
miliardi. Quindi Grillo spiega cosa fare: “Primo, si prende il signor Riva, si
prendono 4 miliardi e si usano per pagare i danni alla salute, alle persone che
ha fatto ammalare e all’ambiente”.
Quindi Grillo propone: “Proteggiamo il mercato
interno. Non possiamo lasciare andar via tutto. Mettiamo un dazio ai cinesi,
vaffanculo. È
quello che fanno gli Stati Uniti. Si protegge l’economia interna. Voglio uno
stato con le palle che dica basta”.