In
Italia esistono 3 categorie di lavoratori: quelli del pubblico impiego, i
lavoratori a tempo indeterminato del
settore privato e gli sfigati, eterni precari alla
ricerca di un contratto. La vera casta nel
nostro Paese e' il pubblico impiego che con il suo esercito di 3.253.097 di
dipendenti vive uno status di assoluto privilegio.
I licenziamenti, pur
previsti dal contratto, non vengono mai applicati, la possibilità di spostare
un lavoratore da un ufficio all'altro e' pressoché minima, i dirigenti che
sbagliano (settore sanitario in testa) non vengono rimossi se non per
intervento della politica, insomma essere un dipendente pubblico in Italia
equivale al potere dei Bramini in India.
Bonanni, leader della CISL, da giorni
aveva pronto il comunicato stampa nel cassetto: "se serve sarà sciopero generale, basta colpire gli statali,
hanno già dato!"
L'ottimo Bonanni, lo
stesso che firmo' il contratto di Pomigliano tanto
caro a Marchionne, mai si sarebbe sognato di chiedere
l'applicazione di quel contratto ai lavoratori della PA . La domanda sorge
spontanea:
perche l'accordo sulla produttività firmato
con il manager Fiat va
bene per i lavoratori del privato e non per quelli del pubblico?
Perché i
metalmeccanici devono fare meno giorni di assenza e più straordinari mentre chi
lavora all'ufficio del catasto no?
Quando i sindacati
inizieranno a fare il loro mestiere, trattare cioè i lavoratori tutti allo
stesso modo, forse cominceremo ad essere un paese normale. In attesa di questo,
fuori i megafoni, garriscano gli striscioni e tutti in piazza per riportare i
buoni pasto dei dipendenti pubblici a 10 euro. Del resto in una città come Roma, zona Prati,
una birra e un trancio di pizza costa solo 3,90. Caffè escluso pero'....
http://italia.panorama.it/ascaro-rosso-david-parenzo/Dipendenti-pubblici-la-vera-casta-italiana