Tra i punti principali del programma del Movimento 5 Stelle c'è l'introduzione
di un reddito di cittadinanza.
Al grido di “nessuno deve rimanere indietro”, Beppe Grillo ha cavalcato durante
tutto lo Tsunami Tour l'onda del comprensibile disagio dei milioni di
disoccupati italiani, promettendo a tutti che al “taglio dei privilegi della
casta” (non ben identificata) corrisponderà un reddito oscillante tra gli 800 e i 1000 euro al mese: tutto ciò
per 18milioni di italiani inattivi o disoccupati, di età compresa tra i 15 e i
64 anni (dopo, generalmente, si va in pensione).
A sostegno di questa proposta, il comico
genovese ha sempre portato l'esempio di altri Paesi europei, come la Francia,
che notoriamente vanta uno stato sociale molto forte e livelli altissimi di
assistenza.
L'idea che il capo del Movimento 5 Stelle dà di sé è un po'
quella di un moderno Robin Hood: togliere soldi alla casta e darli ai poveri.
L'ipotesi del Reddito di Cittadinanza secondo Grillo dovrebbe coinvolgere in Italia cittadini inattivi e disoccupati, cioè circa 18 milioni di persone. Eppure il modello francese nel 2010 era usufruito da 1,8 milioni di famiglie, cioè circa 3,8 milioni di persone. “L'ammontare annuale stanziato per questo provvedimento è di circa lo 0,6% del Pil, ma rispetto ai vari benefici sociali che l’RSA ha sostituito, questa forma di sussidio costa solo lo 0,1% del Pil in più (circa 1.5 miliardi aggiuntivi).
L'ipotesi del Reddito di Cittadinanza secondo Grillo dovrebbe coinvolgere in Italia cittadini inattivi e disoccupati, cioè circa 18 milioni di persone. Eppure il modello francese nel 2010 era usufruito da 1,8 milioni di famiglie, cioè circa 3,8 milioni di persone. “L'ammontare annuale stanziato per questo provvedimento è di circa lo 0,6% del Pil, ma rispetto ai vari benefici sociali che l’RSA ha sostituito, questa forma di sussidio costa solo lo 0,1% del Pil in più (circa 1.5 miliardi aggiuntivi).